UNDICI
Da quasi due anni gira per le edicole italiane una rivista dedicata al calcio – con incursioni in altri sport – che per contenuti, grafica, foto, perfino qualità della carta e modalità di inserimento degli sponsor e loro livello, è a mio avviso super.
Undici – questo il nome della rivista – era stata lanciata nel Giugno 2014 e si proponeva “di portare in Italia un nuovo stile narrativo e letterario del racconto sportivo”, quello che in quell’anno stava consacrando (e si stava consacrando con) Federico Buffa e le sue Storie Mondiali verso la Coppa del Mondo di calcio in Brasile.
Così raccontava il progetto il comunicato ufficiale di lancio:
“Undici nasce da una considerazione: l’Italia è il Paese che ha sublimato il racconto dello sport e del calcio in particolare, ma è l’unico Paese europeo che oggi non ha una rivista che parli di sport e di calcio con un linguaggio diverso. Alto. Undici nasce per questo. E’ l’ambizione di unire due mondi che oggi non si parlano: quelli dell’epica e quello della scienza dello sport. Perché il racconto dello sport, dei suoi personaggi, delle sue storie non può prescindere da ciò che sta alla base di quei personaggi e di quelle storie: il lavoro sulla scienza che poi si declina in vari aspetti e varie forme come la statistica, la tattica, la tecnologia che sta alla base della performance sportiva. Ovviamente vale anche il contrario: non esiste statistica, la tattica, la tecnologia, senza i personaggi, le storie, i racconti. Undici mescolerà questi mondi, riunendoli in un’unica identità”.
Per me quell’ambizione la stanno concretizzando davvero.
Sono convinto che il qualunquismo e le bufale da social che coinvolgono anche lo sport e il calcio e che ci stanno trascinando in discussioni sempre più superficiali e sguaiate, si possono arginare e circoscrivere anche con letture di questo tipo. Lavora in tal senso anche un'altra bella rivista, questa solo online, come www.ultimouomo.com sul web dal 2013. E questo stesso sito www.conilnnumerosette.com nel suo piccolo risponde al bisogno personale di contribuire a questo sforzo.
Sul numero di Undici nelle edicole in queste settimane, ad esempio, c’è un bellissimo pre-partita del direttore Giuseppe de Bellis sul concetto di talento che la Serie A di quest’anno con i vari Dybala, Pogba, Higuain, Insigne, Ilicic, sta affermando.
“L’Italia oggi racconta che il talento funziona in un contesto, se c’è un punto in cui finisce la storia della squadra costruita intorno ad uno solo. […] E’ la sconfitta dell’idea della classe come fine. E’ pure la sconfitta dell’idea della classe come nemica di una squadra. L’Italia del 2016 è l’incubatrice di una (ri)scoperta del talento. Diversa, nuova, o forse no, ma percepita comunque come tale. […] La Serie A invece disegna la funzione di un campione all’interno di un gruppo. La ridefinisce. La normalizza, in un senso diverso rispetto al passato. Perché prima significava annullarlo a favore degli altri. Oggi significa esaltarlo con gli altri. E’ un’altra vita, quasi”.
Come scritto sulla copertina della rivista, il calcio è cultura.
(Il sito è www.rivistaundici.com)